Mi sembra che l'apparecchiatura funzionasse con una puleggia azionata dalla manovella, inserendo le minucciani per il verso giusto venivano lanciate dalla forza centrifuga e fregando la cappocchia cosparsa di pasta svedese nel condotto di uscita si innescavano.

alquanto avventurosa e pericolosa come soluzione, se pioveva poi succedeva come per le sipe, non mi convince.....Sal

Fabio 90 ha scritto:Il funzionamento era semplice, si metteva la bomba nel buco, il braccio ruotava e la bomba usciva fuori dall'apertura posta all'estremità del braccio. Certo che mentre uno era lì che lanciava allegramente le sue Minucciani, gli austriaci lo prendevano a fucilate, non doveva essere simpatica come cosa

Ecco perchè non capivo, in effetti abbastanza macchinoso ed empirico.
Grazie

Era una specie di "lanciagranate da 40mm" ante-litteram! [icon_246

La struttura poteva ruotare sulla base per "innaffiare" un settore di granate.
La rapidità del fuoco dipendeva dalla velocità del manovratore e di chi alimentava il tubo di lancio.
Un sistema a scappamento permetteva ai dischi di abbandonare il condotto nel momento giusto in modo da avere la migliore traiettoria e non scaricare ordigni dove capitava... [255

Ah, la traiettoria molto curva permetteva il tiro stando al riparo nelle trincee.... [257

Tutte informazioni tratte dal libro di Maurice Frei che gli dedica un capitolo a se!

Anch'io sono andato a rispolverare il Frei, tra l'altro risulta un peso di circa 60 kg, un ingombro relativamente ridotto, una cadenza massima di circa 80 colpi al minuto (!!) (dipendeva della velocità con cui veniva ruotata la manovella e la celerità di alimentazione), e una gittata superiore ai 200 m, più i rimbalzi delle lenticolari che arrivavano al suolo di taglio ruotando sul loro asse.
Si raccomandava una lubrificazione giornaliera.
Le munizioni erano delle normali lenticolari modificate con una miccia da 8'' posta completamente all'interno, salvo la capocchia fosforosa che sporgeva appena dalla bomba.

Non dice molto sull'efficacia, ma vista la relativa semplicità del dispositivo dovrebbe essere stato abbastanza buona, ma non ci sono conferme.

Ciao
Stefano

Una specie di fresbee esplosivo [icon_246 [icon_246
Considerando che l'idea del fresbee è del 57 eravamo degli antesignani, ah il genio italico [255 [255

Come diceva giustamente centerfire un lanciagranate da 40 mm ante-litteram, solo che le bombe portavano a destinazione 150-200 g di esplosivo.
Significava che alla massima cadenza poteva spedire a destinazione 12-16 kg di esplosivo al minuto ... un vero piacere per chi se le prendeva sulla testa.

Niente male per un attrezzo che funzionava manualmente, con l'aggiunta dell'assenza di vampa, rumore del colpo di partenza e scarso o nullo riscaldamento della "canna".
Un sistema poco individuabile in grado di erogare volumi di fuoco elevati per tempi prolungati.

Provate a pensarlo con un motore calettato sul mozzo della manovella e un sistema di caricamento automatico ...

Ciao
Stefano

Se aveva tutti questi lati positivi ed era così micidiale, come mai non ne hanno prodotti delle migliaia di esemplari? La precisione era buona? Esistevano delle regolazioni e organi di mira? No perchè lanciare 80 bombe al minuto va bene, ma se le lanci lontano dalle trincee nemiche non serve a niente.

Il condotto di uscita era orientabile perciò poteva essere orientato in corso d'uso.

Fabio 90 ha scritto:Se aveva tutti questi lati positivi ed era così micidiale, come mai non ne hanno prodotti delle migliaia di esemplari? La precisione era buona? Esistevano delle regolazioni e organi di mira? No perchè lanciare 80 bombe al minuto va bene, ma se le lanci lontano dalle trincee nemiche non serve a niente.

Nella foto non si vedono, ma ci sono due volantini per il brandeggio e l'elevazione.
Non so dirti se ci fossero degli organi di mira, ma è probabile che ci fosse quantomeno qualche dispositivo di mira rudimentale.
Sulla precisione dell'arma il Frei ne parla bene, ma data la natura di arma per saturazione d'area non penso che fossero richieste caratteristiche estreme.

Ciao
Stefano