Giovanni,
Sul fatto che possa essere attiva, le possibilità ci sono per il semplice fatto che essendo un'arma subacquea ha componentistica fatta per resistere all'ambiente marino, quindi anche se è penetrata acqua all'interno meglio non fidarsi troppo.
Comunque se è il modello che penso io, anche se il circuito di accensione è andato a farsi benedire, ci sono sempre 145 kg di TNT, sostanza al quale stare in ammollo in acqua salata per 60-70 anni al massimo gli fa cambiare colore da giallo paglierino ad arancione.
E poi io per "deformazione professionale" 'sta roba finchè non la fanno saltare in aria, non esito nemmeno un attimo a considerarla funzionante e attiva, anche se all'apparenza può sembrare malconcia.
Il foro circolare è arrugginito ma quella che sembra la guarnizione di piombo non ha tracce di ossidazione, uno degli urtanti era stato tolto al massimo da qualche settimana.
Che la mina fosse cosi vicino alla costa non ti deve sorprendere, la Elia 145 (è lei probabilmente in una delle varianti 1925, 1930 o 1935) venne usata spesso in sbarramenti difensivi che hanno funzione di impedire azioni costiere da parte di FF.NN. avversarie. E nell'area di Fiume di obiettivi militari costieri ce n'erano in abbondanza.
Mina Elia Pignone 145/1935 (IJ per gli Alleati)
EliaPignone145-1935.jpg
Sul fatto che sia sfuggita una mina è normale, il fondo del mare è tanto vasto quanto inesplorato anche in ambito costiero, senza contare che solo per quanto riguarda le mine navali italiane ancora oggi ne mancano all'appello circa centomila in Mediterraneo.
Inoltre ci sono le differenze di comportamento, tu l'hai vista, ci hai fatto un paio di giri intorno, hai preso un paio di foto e tornato in superficie hai segnalato la cosa

: chi t'ha preceduto s'è fregato un urtante e ha pensato bene di farsi gli affari suoi

. Magari adesso l'urtante gira su e-bay.
Ciao
Stefano