Una bella svedese!
Inviato: 13/03/2015, 22:43
…dopo una risposta tecnica, su questo ordigno, ho deciso di farne un topic, non alla maniera dei “collezionisti di figurine”
come va di moda ultimamente ma da tecnico ( come si conviene) e aspettando ovviamente integrazioni da tutti.
La bomba a mano offensiva, con funzionamento meccanico ad impatto M40, è stata inventata da Erik Goran Morner, un tecnico svedese di Stoccolma , il 26 Maggio del 1933, brevettandola prima in Svizzera, poi negli Stati Uniti il 24 maggio del 1934 ( Brev.N° 727 .331) e nel Regno Unito (Brit . Patent 431608).
E’ stata prodotta dalla Bofors ed è stata di interesse degli inglesi negli anni fra il1934 ed il 1937 ma anche proposta alle FFA italiane dalla CEMSA di Saronno, che comunque preferirono adottare la autarchica SRCM M35, del Cav. Manzolini.
L’ordigno è stato impiegato principalmente dai Finlandesi che la adottarono come "Spranghandgranat M40" (produzione Bofors ), presumibilmente fu anche adottata e impiegata in piccoli numeri in Norvegia ma non se ne hanno notizie certe.
La Svezia la adotto’ come Spränghandgranat m/ 40 e la mantenne in servizio ben oltre la fine del conflitto nonostante veniva considerata pericolosa dalle truppe , per il suo funzionamento anticonvenzionale ad impatto. Ne si trova ampiamente traccia nel manuale sulle Armi per la Fanterie del 1951.
Il semiguscio superiore, presentava un foro assiale che conteneva l’alloggiamento del detonatore a percussione ( normalmente assente e inserito dal soldato prima dell’impiego), chiuso da un tappo filettato.
Nell’interstizio di separazione tra i due semigusci, vi era il meccanismo di funzionamento ad impatto, costituito da una molla a lamina concava, che presentava un percussore ad essa solidale, la molla stessa era ispezionabile dall’esterno per evitare la possibilita’ che fosse in battuta prima dell’inserimento del detonatore.
Il semiguscio inferiore , che era reso solidale a quello superiore a pressione meccanica, era pieno di esplosivo con delle cavita’ laterali per permettere il funzionamento dell’ordigno e non presentava fori inferiori.
Le sicure erano di due tipi: quella di prima traiettoria era costituita da due semi-alette alette metalliche incernierate tra loro e rese solidali al corpo bomba da un traversino metallico che bloccava la molla concava fino al suo sfilamento che avveniva in volo; la sicura trasporto e maneggio era una coppiglia di sicurezza che ancorava le semi-ali al corpo bomba ed impediva lo sfilamento del traversino metallico.
La bomba veniva innescata dal soldato, successivamente lo stesso all’occorrenza sfilava la coppiglia di sicurezza e manteneva la bomba tra le dita fino al lancio, che mediante resistenza dell’aria, come per la SRCM M35, faceva aprire le semiali e sfilare il traversino…all’impatto, la forza d’inerzia spingeva un semiguscio contro l’altro, facendo battere il percussore sulla capsula del detonatore che innescava il semiguscio superiore, trascinando nella detonazione anche quello inferiore, per simpatia.
La bomba pesava circa 300 grammi e conteneva ben 140 grammi di Tritolo.
La bomba a mano offensiva, con funzionamento meccanico ad impatto M40, è stata inventata da Erik Goran Morner, un tecnico svedese di Stoccolma , il 26 Maggio del 1933, brevettandola prima in Svizzera, poi negli Stati Uniti il 24 maggio del 1934 ( Brev.N° 727 .331) e nel Regno Unito (Brit . Patent 431608).
E’ stata prodotta dalla Bofors ed è stata di interesse degli inglesi negli anni fra il1934 ed il 1937 ma anche proposta alle FFA italiane dalla CEMSA di Saronno, che comunque preferirono adottare la autarchica SRCM M35, del Cav. Manzolini.
L’ordigno è stato impiegato principalmente dai Finlandesi che la adottarono come "Spranghandgranat M40" (produzione Bofors ), presumibilmente fu anche adottata e impiegata in piccoli numeri in Norvegia ma non se ne hanno notizie certe.
La Svezia la adotto’ come Spränghandgranat m/ 40 e la mantenne in servizio ben oltre la fine del conflitto nonostante veniva considerata pericolosa dalle truppe , per il suo funzionamento anticonvenzionale ad impatto. Ne si trova ampiamente traccia nel manuale sulle Armi per la Fanterie del 1951.
Il semiguscio superiore, presentava un foro assiale che conteneva l’alloggiamento del detonatore a percussione ( normalmente assente e inserito dal soldato prima dell’impiego), chiuso da un tappo filettato.
Nell’interstizio di separazione tra i due semigusci, vi era il meccanismo di funzionamento ad impatto, costituito da una molla a lamina concava, che presentava un percussore ad essa solidale, la molla stessa era ispezionabile dall’esterno per evitare la possibilita’ che fosse in battuta prima dell’inserimento del detonatore.
Il semiguscio inferiore , che era reso solidale a quello superiore a pressione meccanica, era pieno di esplosivo con delle cavita’ laterali per permettere il funzionamento dell’ordigno e non presentava fori inferiori.
Le sicure erano di due tipi: quella di prima traiettoria era costituita da due semi-alette alette metalliche incernierate tra loro e rese solidali al corpo bomba da un traversino metallico che bloccava la molla concava fino al suo sfilamento che avveniva in volo; la sicura trasporto e maneggio era una coppiglia di sicurezza che ancorava le semi-ali al corpo bomba ed impediva lo sfilamento del traversino metallico.
La bomba veniva innescata dal soldato, successivamente lo stesso all’occorrenza sfilava la coppiglia di sicurezza e manteneva la bomba tra le dita fino al lancio, che mediante resistenza dell’aria, come per la SRCM M35, faceva aprire le semiali e sfilare il traversino…all’impatto, la forza d’inerzia spingeva un semiguscio contro l’altro, facendo battere il percussore sulla capsula del detonatore che innescava il semiguscio superiore, trascinando nella detonazione anche quello inferiore, per simpatia.
La bomba pesava circa 300 grammi e conteneva ben 140 grammi di Tritolo.