Pagina 1 di 3

155 mm Americano...?

Inviato: 19/06/2016, 17:58
da Rob.i
buona sera a tutti... volevo chiedere informazioni su questa bella caramella da 155 mm credo.. non ho trovato molte informazioni, ma sono abbastanza certo che fosse una granata illuminante forse caricata al fosforo bianco..? per illuminazione..?
ma la domanda è ... come avveniva l'accenzione del propellente al suo interno? forse come le normali traccianti per i piccoli calibri? o aveva una spoletta in punta? purtroppo è priva di tappo e spoletta.. ma come si dice.."a caval donato non si guarda in bocca"..!
E quale obice o cannone esplodeva questa munizione..?
mi è stato raccontato che fu estratta sotto le macerie di un muro di un'abitazione in Trentino Alto Adige dopo che la stessa cadendo lo abbia semi abbattuto..

Re: 155 mm Americano...?

Inviato: 19/06/2016, 21:26
da wyngo
Rob.i ha scritto:buona sera a tutti... volevo chiedere informazioni su questa bella caramella da 155 mm credo.. non ho trovato molte informazioni, ma sono abbastanza certo che fosse una granata illuminante forse caricata al fosforo bianco..? per illuminazione..?
ma la domanda è ... come avveniva l'accenzione del propellente al suo interno? forse come le normali traccianti per i piccoli calibri? o aveva una spoletta in punta? purtroppo è priva di tappo e spoletta.. ma come si dice.."a caval donato non si guarda in bocca"..!
E quale obice o cannone esplodeva questa munizione..?
mi è stato raccontato che fu estratta sotto le macerie di un muro di un'abitazione in Trentino Alto Adige dopo che la stessa cadendo lo abbia semi abbattuto..

Buona sera, la carcassa metallica inerte ( o bicchiere) era parte di una granata di artiglieria (ovvero obice ma poteva essere sparata anche da almeno un cannone di pari calibro) illuminante M118A2 del calibro di 155 mm, di nazionalita' americana.
68-78fac78d89.jpg
a.jpg
La munizione è stata sviluppata a partire dalla fine del secondo conflitto per quel calibro ed è entrata in servizio dopo le ostilita'; in tempi recenti, stante le caratteristiche obsolete, è stata rimpiazzata dalla serie M485 e relative varianti.
La munizione montava originariamente una spoletta , MTSQ M501, a tempo meccanico, con funzionamento di back-up a percussione, che prevedeva ovviamente il funzionamento in volo e in alternativa, all'impatto sul terreno, per evitare che la munizione rimanesse inesplosa.
L'ordigno veniva camerato e sparato, al termine del tempo preimpostato dall'artigliere sulla graduazione della spoletta, la stessa funzionava, generando una fiammata nella parte ogivale interna, che risulta annerita anche nella tua carcassa.
La fiammata stessa accendeva una carica di accensione ed espulsione che provvedeva ad accendere la candela illuminante e mediante i gas generati dalla carica stessa, in polvere nera, spingere sul fondello per permettere l'eiezione del paracadute che provvedeva all'estrazione della candela ed alla sua sospensione per il tempo di combustione e illuminazione.
La candela non conteneva fosforo ma magnesio, alluminio,sali di bario e altri metalli che formavano una miscela che generava con la combustione, luce bianchissima.
Il bicchiere (detto tecnicamente cosi') ormai vuoto precipitava al suolo.
appendix_l 36.jpg
appendix_l 37.jpg
Ciao Francesco

Re: 155 mm Americano...?

Inviato: 19/06/2016, 21:45
da OLD1973
Ero curioso anche io!
Grazie per l' informazione [264
Una domanda: è normale trovare segni di rigature così ben marcate sul rigonfiamento di centratura?
Sulla mia carcassa di 155 hanno appena scalfitto la verniciatura verde, nelle foto di lucianoluc sono ben impresse.

Re: 155 mm Americano...?

Inviato: 20/06/2016, 11:22
da wyngo
OLD1973 ha scritto:Ero curioso anche io!
Grazie per l' informazione [264
Una domanda: è normale trovare segni di rigature così ben marcate sul rigonfiamento di centratura?
Sulla mia carcassa di 155 hanno appena scalfitto la verniciatura verde, nelle foto di lucianoluc sono ben impresse.
...allora...si possono trovare rigature piu' o meno marcate, sul bicchiere e sulla fascia di centramento e dipende da diversi fattori.
Una canna nuova imprime i segni dei pieni della rigatura in maniera piu' marcata; alcune manifatture hanno tolleranze minori sulla produzione di munizioni e pochi decimi o vernici piu' vecchie ad olio, possono ricevere intagli maggiori...ma puo' dipendere anche dalla carica di lancio, ovvero dalla gittata, dove una maggiore proiezione della munizione corrisponde ad una carica maggiore, con conseguenti picchi pressori e di temperature piu' elevati, che dilatano o modellano anche di pochi decimi il corpo metallico della munizione in partenza...facciamo alcuni esempi.
406mm new jersey shell in vietnam.jpg
Munizione di grosso calibro navale, da 406mm, che viene proiettata da enormi cariche di lancio e presenta corone di forzamento generosissime, risulta ampiamente segnata anche sulla fascia di centramento.
One_of_the_Unexploded_122mm_artillery_shells_which_rain_down_on_civilians_residential_aeas-u.jpg
Anche questa granata, seppure appartenente ad artiglieria pesante campale, riporta notevoli marcature sul corpo e sulla fascia di centramento.
71680253.jpg
Questa munizione apparentemente non risulta segnata sul corpo o sulla fascia di centramento...

Ciao Francesco

Re: 155 mm Americano...?

Inviato: 20/06/2016, 14:50
da Andrea58
[rotola] [rotola] [rotola] [rotola] [rotola] Un tuo "collega ruspante"?????

Re: 155 mm Americano...?

Inviato: 20/06/2016, 15:25
da OLD1973
Il "Pillolone" da 16" è segnato dalla rigatura anche subito prima e subito dopo la sede della fù corona di forzamento. [argh
Segno che la corona è stata quasi fustellata via dalla canna, quasi avessero sparato una granata II in canna fredda [icon_246

Re: 155 mm Americano...?

Inviato: 20/06/2016, 17:22
da Centerfire
Credo che anche il tempo abbia il suo peso...
Durante l'attraversamento della canna le righe asportano lo strato di vernice dalla corona di centramento che risulta così rigata ma non scavata. Il metallo esposto alle intemperie subisce l'ossidazione che asporta parte del materiale generando un effetto di "fotoincisione" delle righe sul corpo proiettile...

Ovviamente questo non vale per i pezzi appena sparati, in alcuni casi si può generare come ha fatto notare Wingo una compressione assiale talmente energica da far crescere se pur di poco il diametro della granata. [1334

Re: 155 mm Americano...?

Inviato: 20/06/2016, 21:14
da wyngo
OLD1973 ha scritto:Il "Pillolone" da 16" è segnato dalla rigatura anche subito prima e subito dopo la sede della fù corona di forzamento. [argh
Segno che la corona è stata quasi fustellata via dalla canna, quasi avessero sparato una granata II in canna fredda [icon_246
...perdonami ma questo effetto avviene in una canna calda e dilatata, dove la corona di forzamento non ottura compeltamente la rigatura, provocando piccoli sbattimenti in partenza...inoltre i cicli di fuoco sostenuti, tipici delle armi navali di grosso calibro dell'epoca, provocavano enormi dispersioni dei colpi in arrivo.

Re: 155 mm Americano...?

Inviato: 20/06/2016, 21:15
da wyngo
...ottimo Center, come sempre spiegazione tecnologica e perfetta.

Re: 155 mm Americano...?

Inviato: 20/06/2016, 23:48
da OLD1973
wyngo ha scritto:
OLD1973 ha scritto:Il "Pillolone" da 16" è segnato dalla rigatura anche subito prima e subito dopo la sede della fù corona di forzamento. [argh
Segno che la corona è stata quasi fustellata via dalla canna, quasi avessero sparato una granata II in canna fredda [icon_246
...perdonami ma questo effetto avviene in una canna calda e dilatata, dove la corona di forzamento non ottura compeltamente la rigatura, provocando piccoli sbattimenti in partenza...inoltre i cicli di fuoco sostenuti, tipici delle armi navali di grosso calibro dell'epoca, provocavano enormi dispersioni dei colpi in arrivo.
Per quello che so io, proprio per compensare la dilatazione della canna dovuta alle abnormi sollecitazioni termiche e meccaniche dei cicli di fuoco, esistevano granate di I, II e III .
Non di carica, ma di dimensioni, nella ordine della variazione di pochi mm tra la I e la III.
Questo serviva proprio a tentare di mantenere una precisione decente ma soprattutto tenuta termobalistica in canna. A canna fredda e finché la temperatura si manteneva entro determinati valori, tiravano le I. A canna molto calda dopo diversi colpi, tiravano le III.
Le II, ovviamente, nel mezzo se vi era innalzamento di temperatura e relativa progressiva usura della canna. Era infatti rischiosissimo sparare le III in canna fredda a causa delle quasi assenti tolleranze fra granata e canna, con conseguenti picchi pressori.
Questa cosa l ho letta lustri fa in un libro sulla Iowa, spero di ricordare correttamente.