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Ciao a tutti,
Vi mostro le foto di un pacchetto di 8 lebel che dopo 94 anni nel ghiaccio, riesce ancora a far vedere parte delle scritte che aveva:
FUSIL MITRALLEUR - MITRALLEUSES.
Qualcuno ha foto di come doveva essere appena prodotto? Quali erano le scritte impresse al momento della produzione?
Grazie.
Old1973
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Old1973

Si vis pacem, para bellum.
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Curioso il fatto che per approvvigionare un mitragliatrice fornissero dei pacchettini così limitati... volevano trovar qualcosa per far passare il tempo ai serventi? [255
Prima di aver completato un nastro sai quanto ne dovevano aprire! Come sbucciare i piselli per cucinare! [icon_246

Certo che quel modello di cartuccia montava una palla monolitica in lega ad alto tenore di rame... pensare che i tedeschi usavano lo stesso solo per proteggere le mantellatura d'acciaio.... con una palla del Lebel ne facevi 500 del Mauser!

Oh, il ghiaccio non è buono solo per i commestibili, éh! [257
Io (ne) ho viste cose che voi umani non potreste immaginarvi.
Navi da combattimento in fiamme al largo dei bastioni di Orione;
e ho visto i raggi B balenare nel buio vicino alle porte di Tannhauser.
E tutti quei momenti andranno perduti nel tempo come lacrime nella pioggia.
È tempo di morire. (Blade Runner)
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Allora, aggiungiamo qualche ciòcco al fuoco della passione... [icon_246

Guardate le sopracitate cartucce in tre fasi di restauro...

La prima a sinistra è nello stato in cui si trova, la centrale è dopo una passata di paglietta di acciaio e pulita all'interno, la terza riassemblata ed ulteriormente disincrostata. Usando stavolta anche della spugna abrasiva su minitrapano sui punti più ossidati e ripassata a paglietta.
DSCF1824.jpg
Nessun liquido usato, tecnica della "via secca". Semplice asportazione meccanica calibrata sulla necessità.

Fondello in discrete condizioni di conservazione
DSCF1825.jpg
Altra munizione che presenta difetti di stampaggio delle scritte ed incisione anulare che attraversa il fondello. Questi difetti erano trascurati per l'urgenza delle forniture...
DSCF1826.jpg
Due proiettili a confronto. Quello di sinistra appartiene alle cartucce smontate, l'altro più recente è stato aquisito "sfuso".
DSCF1827.jpg
Se notate sul fianco dell'ogiva si notato delle costolature lunghe 5/6 millimetri e larghe 2/3 decimi di millimetro.
Probabilmente sono dovute all'usura dello stampo che tende a perdere materiale durante l'estrazione della palla. Parliamo di centinaia di migliaia di cicli di lavorazione con materiali e trattamenti non paragonabili a quelli moderni. Anche in questo caso si è fatto "buon viso a cattivo gioco" durante il controllo qualità.

Le basi degli stessi.
DSCF1828.jpg

Occorre aggiungere che osservando il "boat tail" delle palle in esame si nota come la stampata finale che ha impresso le sigle identificative sia stata mal calibrata arrivando a dilatare leggermente la base che non si presenta più conica come in quella a campione ma leggermente "strombata".

Alcune munizioni dopo 94 anni di ghiaccio sono riuscite a conservare la sigillatura rendendo un propellente ancora asciutto. In questo caso si può osservare come la laccatura viola sia riuscita ad entrare dentro al solco di crimpaggio garantendo la tenuta.
Molte presentano il collo fessurato a causa della cristallizzazione della lega d'ottone ed alle leggere variazioni di temperatura. In un caso un collo apparentemente integro ha mostrato la cricca dopo l'estrazione della palla e la polvere impastata con l'umidità.
Con munizioni "bagnate" occorre prevedere un certo lasso di tempo di apertura per consentire una migliore asciugatura dell'interno prima di provvedere al reinserimento della palla.

[264
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Ecco una foto di "gruppo" delcontenuto di una di queste confezioni dopo il lavoro di pulizia e conservazione.
Circa la metà delle cartucce hanno il collo fessurato, prova della cristallizzazione dell'ottone dopo 90 anni di intemperie.
Lebel gruppo.jpg
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Mi fa piacere leggere le tue disamine fatte con occhio "meccanico", ho notato lacune cose che mi sarebbero sfuggite. [264
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Come si può notare il livello di pulizia sui vari proiettili è a livelli differenti, questo dà un'idea di ciò che si ottiene variando l'intensità del lavoro, secondo i gusti personali.
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Re: Lebel di scavo

Messaggio da die »

OLD1973 ha scritto:Ciao a tutti,
Vi mostro le foto di un pacchetto di 8 lebel che dopo 94 anni nel ghiaccio, riesce ancora a far vedere parte delle scritte che aveva:
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Qualcuno ha foto di come doveva essere appena prodotto? Quali erano le scritte impresse al momento della produzione?
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Centerfire ha scritto:Allora, aggiungiamo qualche ciòcco al fuoco della passione... [icon_246


Se notate sul fianco dell'ogiva si notato delle costolature lunghe 5/6 millimetri e larghe 2/3 decimi di millimetro.
Probabilmente sono dovute all'usura dello stampo che tende a perdere materiale durante l'estrazione della palla. Parliamo di centinaia di migliaia di cicli di lavorazione con materiali e trattamenti non paragonabili a quelli moderni. Anche in questo caso si è fatto "buon viso a cattivo gioco" durante il controllo qualità.

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Occorre aggiungere che osservando il "boat tail" delle palle in esame si nota come la stampata finale che ha impresso le sigle identificative sia stata mal calibrata arrivando a dilatare leggermente la base che non si presenta più conica come in quella a campione ma leggermente "strombata".
[264
Un grazie a Die per le foto ed uno spunto per Riccardo.
A ragionarci e conoscendo le macchine/tecniche del tempo ipotizzo che abbiano aumentato il numero di battute. Con macchine meccaniche l'unico modo è aumentare i giri oppure il rapporto finale ma....le macchine meccaniche hanno dei limiti se spinte a velocità eccessive e cioè che all'aumentare dei giri corrisponde un trattamento più rude ed un " non rispetto" dei tempi necessari per un operazione. Ergo le palle venivano espulse troppo velocemente e spiattellate dal punzone.
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